L’intelligenza artificiale (AI) e la condotta della guerra: le applicazioni militari dell’intelligenza artificiale

di Claudio Bertolotti

A Pechino, dal 24 al 26 ottobre, si è tenuto l’8° Beijing Xiangshan Forum: importante evento internazionale organizzato dal ministero della Difesa della Repubblica Popolare Cinese. Un evento di primo piano a cui l’Italia ha preso parte con la delegazione, voluta dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta, composta dal Ministro plenipotenziario Fabrizio Romano, il Direttore del Centro Militare di Studi Strategici (Ce.Mi.S.S.), Maurizio Ertreo, e il capo dei ricercatori del Ce.Mi.S.S., Claudio Bertolotti (Fonte Ministero della Difesa).

La quarta sessione speciale dell’8° Forum del 25 ottobre, la più rilevante, si è interamente concentrata sull’importante tema dell’intelligenza artificiale (AI) e la condotta della guerra, affrontando due importanti aspetti, il primo dei quali è stato sviluppato attraverso una disamina sulle applicazioni militari dell’intelligenza artificiale.

In merito alle applicazioni dell’intelligenza artificiale nel campo militare, il Vice Segretario della Nato, Rose E. Gottemoeller, ha posto in evidenza la sempre più stretta connessione tra intelligence e intelligenza artificiale – un argomento ripreso e sviluppato anche dagli altri relatori – rilevando come il contrasto alle minacce contemporanee di natura asimmetrica sarà sempre più supportato dall’intelligenza artificiale anche attraverso il rilevamento della posizione e l’entità delle truppe e degli equipaggiamenti, sia amici che nemici, e la possibilità di agire con azioni militari mirate, o di modificare la stessa condotta di operazioni sulla base dell’evolvere della situazione sul campo di battaglia. Gottemoeller ha poi fatto riferimento al pilastro fondamentale dell’Alleanza Atlantica, l’articolo 5, che prevede la mutua assistenza nell’ipotesi in cui uno Stato sia attaccato da un soggetto terzo all’Alleanza, anche nel caso di minacce dirette di tipo “cyber”, come già sancito in occasione dei summit della Nato di Lisbona nel 2010 e del Galles nel 2015. Infine, il Vice-Segretario ha rivolto il proprio ragionamento sull’importanza dell’intelligenza artificiale non solamente per scopi militari ma anche civili, come nel caso di identificazione delle vittime, sia in conseguenza di attacchi, terroristici o militari, o di disastri naturali, catastrofi ambientali, ecc.

“Skynet”, inaugurato nel 2005, è costituito oggi da non meno di 170 milioni di telecamere a cui se ne aggiungeranno altri 600 milioni entro il 2020

Lu Jun, accademico della Chinese Academy of Engeneering ha fatto riferimento al ruolo del sistema di informazione basato sull’intelligenza artificiale come strumento utile, in primis, al riconoscimento individuale, per la prevenzione e il contrasto a minacce di natura terroristica; in secondo luogo, l’intelligenza artificiale giocherebbe un ruolo essenziale nel supporto ai sistemi meccanici e agli apparecchi, con particolare riferimento alla gestione di droni e di altri veicoli aerei (ad ala fissa o elicotteri), terrestri o marittimi.

Nel merito, pur non essendo stato menzionato dal relatore, va evidenziato come ciò riguardi direttamente il comparto di sicurezza cinese che si sta sviluppando attraverso il complesso sistema di riconoscimento facciale “Skynet, inaugurato nel 2005 a Pechino e progressivamente esteso a tutto il Paese. Tale sistema è costituito oggi da non meno di 170 milioni di telecamere a cui se ne aggiungeranno altri 600 milioni entro il 2020 (in media una telecamera ogni due persone).

Il ricercatore statunitense Gregory Allen, affiliato al Centre for a New American Security, ribadendo l’importanza dell’intelligenza artificiale nel supporto al processo intelligence (dalla raccolta all’analisi dei dati), ha ricordato che mai come prima d’ora le componenti militari sono state supportate dall’intelligenza artificiale; in particolare il crescente utilizzo di droni (aircraft technology) è in grado di dare a chi investe in sviluppo tecnologico una superiorità  in termini di potenza aerea che è decisiva nel confronto sul campo di battaglia.

Xu Jie, docente di computing all’università britannica di Leeds, e moderatore della sessione ha evidenziato come anche i terroristi usino l’intelligenza artificiale, e saranno in grado di farlo sempre più grazie alla diffusione della conoscenza tecnologica.

è fondamentale il supporto dell’intelligenza artificiale nel processo intelligence: dalla raccolta all’analisi dei dati

Athsushi Sunami, presidente del giapponese Ocean Policy Research Institute of Far Eastern Studies – Sasakawa Peace Foundation, concordando sul fondamentale supporto dell’intelligenza artificiale nel processo intelligence – così come evidenziato prima di lui da Gregory Allen, Lu Jun e Rose E. Gottemoeller – ha incentrato il suo intervento sulle principali applicazioni dell’AI nell’ambito militare e della sicurezza. Un aspetto molto importante è quello relativo all’intelligence della vita sociale, finalizzato alla raccolta di dati, anonimi o meno, circa le preferenze, le scelte individuali, gli orientamenti politici, le tendenze o preferenze (di qualunque natura), le opinioni, ecc., sulla base dei quali i governi possono agire nei confronti delle società coinvolte in guerra (a cui si unisce la potenziale possibilità da parte dei governi di agire anche nei confronti delle proprie società).

Un altro aspetto rilevato da Sunami è la potenzialità d’azione dell’intelligenza artificiale su aree circoscritte, come gli aeroporti o altri obiettivi puntiformi, o aree diffuse, ad esempio le aree urbane; il tutto facilmente integrabile in un sistema ampio a livello nazionale o addirittura transnazionale all’interno di alleanze o sulla base di convenzioni tra le parti.

A questi aspetti se ne sommano altri due molto importanti: l’aumento della capacità militare attraverso la gestione integrata di sistemi d’arma e intelligenza artificiale e la capacità di gestione delle emergenze e dei disastri.

Essenziale, è stato evidenziato dal relatore, il ruolo della ricerca e sviluppo del settore privato: un ruolo particolare è stato ed è giocato dalle le start-up nate per lo sviluppo di software di gioco che hanno trovato, contribuendolo a crearlo, un filone di ricerca in crescita proprio nell’intelligenza artificiale. In tale ampio quadro emerge chiaramente come l’applicazione diffusa dell’intelligenza artificiale sia, in altri termini, un diverso modo per comprendere le potenzialità di nuova tecnologia in ambiti che possono essere duplici, militari/non militari, civili/non civili, ecc., in un contesto evolutivo che fa del dual use (civile-militare) un approccio ottimale e sostenibile sul piano delle spese e degli investimenti sul lungo periodo.

(segue commento sul secondo tema: “l’intelligenza artificiale nella nuova fase della rivoluzione degli affari militari (Revolution in Military Affairs, RMA) “)

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