Riconoscimento dello Stato di Palestina?

Riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di Spagna, Norvegia e Irlanda? Ora è inopportuno. Quale Palestina: ANP (Abu Mazen)? I terroristi di Hamas che governano la Striscia di Gaza? Un soggetto terzo al momento non esistente? La spinta in avanti di Norvegia, Spagna e Irlanda vuole porsi come stimolo a una presa di posizione Europea, ma non ha sviluppo né margine di successo (e i governi spagnolo, irlandese e norvegese lo sanno, ma si rivolgono al loro elettorato in vista delle elezioni europee). E Hamas vuole il riconoscimento della Palestina (quale significato ha il riconoscimento della Palestina nell’ottica dello statuto di Hamas e delle dichiarazioni dei suoi leader? In sintesi: il riconoscimento è il primo passo per la distruzione di Israele)? E dunque, riconoscerebbe Israele rispettandone i confini e la sicurezza dei cittadini? No, ed è lo stesso Hamas a dichiararlo. E’ certamente un chiaro e importante segnale politico, ma irrealistico (oggi) in una situazione di guerra combattuta tra i due soggetti che mirano, entrambi, alla distruzione dell’altro (Hamas vs Israele).

Russia: vuole cambiare i confini con Finlandia e Lituania?

Rilevando che Lituania e Finlandia sono entrambi paesi membri della Nato, le affermazioni della Russia possono essere lette esclusivamente come provocazioni. Provocazioni verbali alle quali potrebbero seguire provocazioni concrete con l’invio di naviglio civile anche all’interno dei confini marittimi indicati, lasciando ai due Paesi, e dunque alla Nato l’opzione della risposta: e dalla risposta potrebbe derivare un eventuale incidente diplomatico che Mosca potrebbe utilizzare come pretesto per accusare l’Alleanza atlantica. Certo è un’ipotesi possibile, ma ritengo che sia altamente improbabile. Ormai Putin ci ha abituati a questo tipo di narrazione, certamente funzionale ad accogliere le simpatie dell’opinione pubblica interna e per spaventare, diffondere paura, incertezza e dubbio in quella occidentale, in primo luogo quella europea, in particolare in previsione di un appuntamento elettorale che sarà certamente condizionato dalla campagna comunicativa e di propaganda di Mosca che alimenta tensioni e preoccupazioni tra i cittadini dell’Unione. È ovviamente un’escalation contro la Nato e l’Ue.

Ne ho parlato a SKY TG24.

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